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Kenya

Di Stefano Soldà

Per i turisti Kenya è Africa quintessenziale. Apparentemente cieli blu infiniti sopra una distesa di savane rosse, dove le cinque grandi animali ancora vagano in libertà . La maggior parte dei visitatori arrivano qui per andare sul safari, il mondo Swahili diventando sinonimo con la nazione.

Prendere un Safari durante il vostro soggiorno è essenziale. La migrazione degli animali selvaggi in Masai Mara è giustamente proclamato uno dei più impressionanti fenomeni del regno animale.
La pianura che loro spazzano è solo una delle miriade di terreni trovati all’interno della nazione. I terreni paludosi sono casa per coccodrilli e ippopotami mentre i laghi ricchi di minerali della Rift Valley attirano grandi stormi di fenicotteri rosa, che vengono per il piccolo pesce che prospera qui.

Tuttavia è un sbaglio pensare a Kenya semplicemente come un unico grande parco di safari. C’è molto di più di questo affascinante paese. E’ noto come la “culla di civiltà  perche qui sono stati trovati nel 1920 i più antichi resti del uomo dei tempi remoti, presso il sito Hyrax Hill vicino al Lago Nakaru, dal famoso antropologo e archeologo Louis Leakey. Potrete vedere molti di questi e altri ritrovamenti nel Museo Nazionale del Kenya a Nairobi. Troverete anche intrigante reliquie della storia e del paesaggio.

Le Rovine Gedi sono i più spettacolari resti del popolo che abitava la costa e “ un enigmatico insediamento di una sorprendente raffinatezza amcora non registrato in nessun periodo della letteratura. Malindi nel frattempo è un promemoria delle influenze coloniali del paese – i portoghesi sono stati qui per un paio di secoli e il vergognoso commercio di schiavi dalla costa del Kenya sotto giurisdizione britannica è ben documentato.

Kenya non è un campo da gioco per i turisti – le zone selvagge e gli safari sono tutte bene ma a Nairobi e le altre grandi città  il progresso stabile di marcia è arrivato su un prezzo  non sono sempre i luoghi più piacevoli per essere un straniero. Tuttavia, questi sono più transitori che problemi terminali; andate al di fuori delle città  e troverete la natura non cinica e ospitale della gente che è ancora una volta affermata. Le persone vengono qui per vedere le cinque grandi e per godere il paesaggio mozzafiato della natura, e a dire la verità  non c’è ragione più buona per venire qui “ ma ci sono altre meno conosciute attrazioni. La grande città  di Nairobi è interessante se non particolarmente allettante – e vi è una sorprendente ricchezza di storia nascosta tra il gioco parchi e riserve naturali.

 
 
 
 
 
 
 
 
 


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Photowalk 2013

Tags :

Category : Photowalk


MILANO PHOTO     WALK

Con il termine “photowalk” si intendono passeggiate con macchina fotografica e occhi aperti, lungo un percorso predefinito o alla ricerca di una particolare tematica. Un’occasione per condividere una passione, per guardare le cose che ci circondano da un punto di vista nuovo, e anche per migliorare la propria tecnica confrontando le proprie foto con quelle degli altri.

 

PROGRAMMA 2013

 

Percorsi cittadini:

Sabato 9 febbraio :         Storie di uomini, donne e ……. Animali

Domenica 3 marzo         Carnevale di Stradella

Sabato 13 aprile:            Il Cimitero Monumentale

Domenica 5 maggio:      Porta Orientale, Giardini Pubblici e Villa Reale

Sabato 9 novembre                La Milano Romana

 

Corsi:

STREETPHOTOGRAPHY:          Date e luogo da definire

PHOTOFRAME                             Date e luogo da definire

 

N.B. Le date indicate sono da considerarsi “DI MASSIMA”. Verranno confermate con la pubblicazione della singola locandina (una per ogni photowalk).

Per maggiori informazioni:

Delia Bocceda – deliabocceda@yahoo.it

Luigi Rinaldi – rinaldi.lg@gmail.com

 

foto di Alberto Mercurio
foto di Alberto Mercurio
foto di Alberto Mercurio
 
foto di Alberto Mercurio
foto di Anna Bondivalle
foto di Anna Bondivalle
 
foto di Anna Bondivalle
foto di Anna Bondivalle
foto di Arcangelo Liso
 
foto di Arcangelo Liso
foto di Arcangelo Liso
foto di Arcangelo Liso
 
foto di Asli Addas
foto di Asli Addas
foto di Asli Addas
 
foto di Asli Addas
foto di Chiara Barbazza
foto di Chiara Barbazza
 
foto di Chiara Barbazza
foto di Chiara Barbazza
foto di Emanuela Pozzi
 
foto di Emanuela Pozzi
foto di Emanuela Pozzi
foto di Emanuela Pozzi
 
foto di Floriana Gatto
foto di Franco Pessina
foto di Franco Pessina
 
foto di Franco Pessina
foto di Franco Pessina
foto di Franco Pessina
 
foto di Giusy Ferrara
foto di Giusy Ferrara
foto di Giusy Ferrara
 
foto di Giusy Ferrara
foto di Guido Toso
foto di Guido Toso
 
foto di Guido Toso
foto di Isabella Morganti
foto di Isabella Morganti
 
foto di Isabella Morganti
foto di Isabella Morganti
foto di Luigi Rinaldi
 
foto di Luigi Rinaldi
foto di Luigi Rinaldi
foto di Luigi Rinaldi
 
foto di Marco Di Perna
foto di Roberto Girola
foto di Roberto Girola
 
foto di Roberto Girola
foto di Roberto Girola
foto di Rosangela Maggiora
 
foto di Rosangela Maggiora
foto di Silvia Landriscina
foto di Silvia Landriscina
 
foto di Sonia Tresoldi
foto di Sonia Tresoldi
foto di Sonia Tresoldi
 
foto di Sonia Tresoldi
foto di Valeria Pelosi
foto di Valeria Pelosi
 
foto di Valeria Pelosi
foto di Valeria Pelosi
 


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Ciaspolata sulle Dolomiti del Brenta ANDALO-MOLVENO 5-6 Marzo 2011


La superciaspolata così è stata battezzata, ben 73 iscritti !

Teatro in inverno di indimenticabili corse sugli sci, la Paganella offre i suoi boschi e pendii a passeggiate ed escursioni di grande soddisfazione. Tra le cime più famose – dalle possenti articolazioni rocciose e forme slanciate che ne fanno delle vere e proprie cattedrali naturali – vi è sicuramente quella del Campanil Basso nel gruppo delle Dolomiti di Brenta, fenomeno geologico dalla bellezza mozzafiato che si affaccia sull’Altopiano della Paganella ed è racchiuso nel Parco Naturale Adamello Brenta.

guarda le foto  ————

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


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Weekend sulla neve – Ciaspolata al G.S.Bernardo

Anche quest’anno un gruppo numeroso ha partecipato al fine settimana sulla neve nella Valle del G.S.Bernardo. Base della nostra escursione il grazioso paese di St.Oyen dove si trova Chateau Verdun, “casa forte” costruita tra il X° e l’XI° sec. gestita dai Canonici del G.S.Bernardo.

Una volta arrivati e accomodati nelle accoglienti camere dello storico edificio (e qualcuno nella “meno blasonata”casa parrocchiale di Etroubles) siamo partiti per Crevacol piccola località sciistica dove, dopo una breve pausa pranzo ci siamo incamminati per il  sentiero che porta agli alpeggi del vallone di Serena.

Favoriti dalla bella giornata di sole e dalla neve abbondante, anche coloro che per la prima volta si cimentavano in un escursione di questo genere hanno potuto apprezzare la bellezza della natura che ci circondava.

Percorriamo il primo tratto di sentiero pianeggiante costeggiando un ruscello e dopo pochi minuti iniziamo una leggera salita all’interno di un bosco di larici alla fine del quale si può vedere la Punta Valletta (m.2800) e la Tête de Crevacol (m.2610)

Continuiamo a salire con una pendenza “piacevole” che mette però a “dura prova” i “neofiti della ciaspola”; il paesaggio è davvero maestoso. Ci troviamo proprio alla fine della valle, oltre le montagne di fronte a noi la Svizzera con il Canton Vallese.

Attraversiamo una slavina caduta nei giorni precedenti prima di giungere alle prime baite dell’alpeggio.

E alla sera…tutti insieme a Chateau Verdun per la  “frugale” cena…

e il giorno dopo si replica. Chi sale per il vallone di Flassin e chi preferisce ripetere lo stesso percorso del giorno precedente, naturalmente sempre accompagnati da tanta allegria .

Alla prossima!

 


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Birmania, il paese sospeso nel tempo

di Delia Bocceda

La Birmania (o Myanmar secondo l’attuale denominazione) rappresenta, per chi ama l’ Estremo Oriente o ne è semplicemente attratto, uno dei luoghi più coinvolgenti.

I regimi militari che si sono succeduti al governo del Paese hanno seguito una politica di stretto isolazionismo fino alla metà degli anni 90: si può pertanto comprendere come esso appaia agli occhi del viaggiatore quasi fosse “cristallizzato” a 100-150 anni fa. Solo oggi e soltanto nelle due maggiori città di Yangon e Mandalay si comincia a vedere l’effetto dell’apertura a capitali stranieri, soprattutto cinesi.

Attualmente governato dall’ennesima giunta militare che nega agli abitanti buona parte dei diritti umani riconosciuti dai governi democratici, il Paese ha assistito negli ultimi 15 anni ad arresti politici di massa. Molti prigionieri politici sono morti in prigione; le minoranze etniche dei Karen, Shan, Kayah, Chin e Rakhine sono in perenne lotta armata contro le forze regolari governative, e di conseguenza ancora oggi alcune zone del Paese sono interdette non solo al turismo, ma anche al semplice passaggio di stranieri.

Fino a non molto tempo fa il Premio Nobel e leader del partito di opposizione al governo, Aung San Su Kyi, aveva caldeggiato un boicottaggio turistico del Paese, sulla base del fatto che buona parte degli introiti derivanti andavano a finire nelle tasche dei militari. Ma all’interno del suo stesso partito c’era chi si opponeva a questo appello, sostenendo che nessun progresso verso la libertà poteva avvenire se non attraverso anche gli scambi culturali veicolati dal turismo. Sembra che anche la signora Su Kyi condivida ora questa opinione, pertanto chi si appresta a visitare la sua patria non dovrà più porsi scrupoli di questo genere.

Il periodo ideale per effettuare questo viaggio è subito dopo la stagione delle piogge (luglio-settembre) e prima di quella calda (marzo-giugno). Ma anche in agosto è possibile godere di giornate calde e soleggiate al nord, soprattutto a Mandalay e sulla piana di Pagan, mentre al sud il cielo coperto e scrosci di pioggia monsonica sono purtroppo la norma. Il viaggio comincia da Yangon, unico porto aereo di ingresso al Paese. La capitale si sta progressivamente modernizzando, ciononostante i suoi monumenti senza tempo, come il Budda dormiente lungo 55 metri  e la Pagoda Shwedagon , lasciano il viaggiatore senza fiato.

La grande pagoda d’oro, dalla cupola alta quasi 100 metri, è uno dei luoghi più sacri della nazione: secondo la leggenda, custodisce otto capelli dorati del Budda. Ma per respirare appieno la religiosità di questo straordinario paese, bisogna recarsi in treno o in aereo al nord, nella zona di Mandalay e delle antiche capitali, dove vivono circa il 60% dei monaci e delle monache birmane : Ava (o Inwa), Amarapura con il ponte in tek più lungo al mondo, e Sagaing. Da Mandalay è possibile risalire il fiume Irrawaddy e visitare Mingun. Anche qui i record si sprecano: la Pagoda incompiuta più grande al mondo, e la Campana appesa più grande al mondo. A Mingun si trova un altro piccolo gioiello, la Pagoda Bianca. Come per il Taj Mahal in India, è un monumento all’amore: fu fatta costruire da un re in memoria della sua amata sposa, la principessa Hsimbyume. Mandalay non bisogna mancare la visita alla Pagoda Maha Muni, un altro dei luoghi santi del buddismo birmano. La statua di Budda qui venerata è considerata molto antica, secondo una leggenda è stata realizzata addirittura durante la vita del Budda stesso ed è  quindi l’unica al mondo a riprodurne le fattezze. Originariamente di bronzo, è stata sepolta nel corso dei secoli sotto strati e strati di foglie d’oro applicate dai devoti, fino a perdere la definizione delle forme originarie.

Da Mandaly scendendo in battello lungo l’Irawaddy, si raggiunge uno dei luoghi più fantastici di tutto il sudest asiatico, il sito archeologico di Bagan (o Pagan). Su una superficie di circa 40 kmq, lungo la riva sinistra del fiume, si osservano a perdita d’occhio centinaia e centinaia di stupa e di templi che risalgono a circa 1000 anni fa. La maggior parte è realizzata in mattoni rossi, alcuni hanno cupole rivestite d’oro come la Pagoda Shwezigon, altri ancora si distinguono per la bellezza architettonica come il Tempio di Ananda Non lontano da Bagan, si erge sulla pianura il Monte Popa, considerato l’equivalente birmano del Monte Olimpo. Si ritiene essere la dimora dei Nat (spiriti), che nel panteon birmano ammontano alla rilevante cifra di 37. Il culto dei Nat è sicuramente un retaggio animistico che risale al periodo pre-buddista. Il fedele birmano non si lascia confondere da questa apparente contradditoria dicotomia e divide la sua devozione secondo le sfere di influenza: Budda per le vite future, e i Nat per risolvere i problemi pratici della vita quotidiana .

Dal Monte Popa si raggiunge l’altopiano Shan, per visitare le grotte di Pindaya che ospitano circa 8000 statue del Budda, realizzate nel corso dei secoli in varie dimensioni e con materiale molto eterogeneo (marmo, alabastro, legno di tek, mattoni, porcellana), e il caratteristico mercato, quindi si raggiunge la zona del lago Inle. Il lago è abitato dagli Intha, che vivono in villaggi su palafitte, coltivano meravigliosi orti galleggianti e hanno sviluppato una tecnica particolare per remare utilizzando le gambe. Tra le molte attrazioni che il lago offre, meravigliose le rovine di Indein, spesso trascurate in favore del più famoso mercato. Ma sull’altopiano si trovano altre etnie, ad esempio quella Pa-o: nel loro territorio, e più precisamente a Kakku, è stato recentemente aperto al turismo un altro interessante sito archeologico.

Dal nord del paese si ritorna a sud, con l’aereo o più comunemente con il treno, per visitare a Bagu la grande statua reclinata (70 metri di lunghezza) del Budda morente, e i 4 Budda di Kyaik Pun. Pellegrinaggio alla Roccia d’Oro, sostenuta in equilibrio sul fianco della montagna dal capello del Budda che custodisce, quindi ritorno a Yangon, dove con grande rimpianto si riprende il volo per Bangkok. Rimarranno nella memoria soprattutto i volti e gli incontri casuali lungo questo fantastico cammino.

 

 
epa03029722 Myanmar democracy leader Aung San Suu Kyi gives a speech during a commemoration ceremony at the ThaDu monastery in Yangon, Myanmar, 10 December 2011. Democracy activist students and supporters of Suu Kyi organized the ceremony to mark the 20th anniversary of her Nobel Peace Prize award day in 1991.  EPA/STR
 
 
 
 


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